ZECCHE

Molti dei luoghi più belli e selvaggi della nostra Regione, visitati dalle nostre escursioni, sono purtroppo frequentati anche dalle zecche.

Le zecche non sono insetti, ma aracnidi (come ragni e scorpioni) e in Italia sono presenti 36 specie. Le più diffuse sono Ixodes ricinus (zecca dei boschi), Rhipicephalus sanguineus (zecca del cane), Hyalomma marginatum e Dermacentor reticulatus.
Il loro ciclo vitale prevede tre fasi: larva (minuscola e con sole sei zampe), ninfa e adulto.
Il passaggio da una fase all’altra è scandito da un pasto di sangue e da una successiva muta.
Ciascun individuo può sopravvivere fino a 2 anni senza nutrirsi, anche durante le fasi giovanili. I maschi adulti di alcune specie si nutrono molto poco o non si nutrono affatto, mentre le femmine necessitano di sangue per la produzione delle uova.

L’habitat preferito è rappresentato dai luoghi ricchi di vegetazione erbacea e arbustiva, con clima preferibilmente fresco e umido, ma possono trovarsi anche in zone a clima caldo e asciutto o dove la vegetazione è più rada.
La loro diffusione dipende, infatti, essenzialmente dalla presenza sul territorio di ospiti da parassitare, per questo luoghi come stalle, ricoveri di animali, pascoli e zone molto frequentate dagli ungulati sono tra gli habitat preferiti.

All’inizio della bella stagione le zecche abbandonano lo stato di letargo invernale e si avviano alla ricerca di un ospite da parassitare, avvertendone la presenza principalmente grazie all’anidride carbonica emessa e al calore corporeo.
Le zecche non saltano e non volano sui loro ospiti, ma si appostano all’estremità delle piante aspettandone il passaggio.
Hyalomma marginatum, la specie più comune a Pianosa, ricerca invece attivamente i propri ospiti spostandosi rapidamente sul terreno.

Trascorso un certo periodo di tempo conficcano il rostro nella cute e cominciano a succhiare il sangue.
Il morso è generalmente indolore perché emettono una sostanza contenente principi anestetici. Solitamente rimangono come parassiti per un periodo che varia tra i 2 e i 7 giorni e poi si lasciano cadere spontaneamente.
Il morso della zecca non è di per sé pericoloso per l’uomo: i rischi sanitari dipendono piuttosto dalla possibilità di contrarre infezioni trasmesse da questi animali in qualità di vettori.
Tra le malattie più frequentemente trasmesse ci sono il morbo di Lyme (o Borreliosi) e l’encefalite da morso di zecca (TBE). Fortunatamente, il numero di contagi annui riscontrati in Toscana per queste due malattie è molto basso (1-2 casi in media).

Regole generali per prevenire i morsi di zecche:

  • Indossare abiti chiari che rendono più facile l’individuazione delle zecche e coprire le estremità, soprattutto inferiori, con pantaloni lunghi e calzettoni;
  • trattare gli animali domestici con sostanze repellenti prima dell’escursione;
  • camminare al centro dei sentieri, evitando l’erba alta e i cespugli;
  • non sedersi sull’erba;
  • ogni tanto, effettuare un attento esame degli indumenti e della pelle e rimuovere le zecche eventualmente presenti. Le zecche tendono a posizionarsi preferibilmente sulla testa, sul collo, dietro le ginocchia e sui fianchi;
  • le zecche non si attaccano immediatamente ai propri ospiti, per cui l’osservazione e la rimozione frequente rimangono i sistemi migliori per evitare complicazioni. L’utilizzo di prodotti specifici può rivelarsi controproducente con alcune specie (es. H. marginatum);
  • spazzolare gli indumenti prima di portarli all’interno delle abitazioni.

Una volta individuata una zecca con il rostro conficcato, è necessario provvedere alla pronta rimozione.
La probabilità di contrarre un’infezione, infatti, è direttamente proporzionale alla durata della permanenza del parassita sull’ospite. Bisogna comunque tenere presente che solo una parte degli individui è portatore d’infezioni.
Le Guide Ambientali di Wild Tuscany TreksFeronia sono preparate e attrezzate per la rimozione, che deve avvenire a secco (senza utilizzare olio o alcool) e con pinzette specifiche.
Alla rimozione della zecca deve seguire un periodo di osservazione della durata di 30-40 giorni per individuare la comparsa di eventuali segni e sintomi di infezione.
Se dovesse comparire un alone rossastro che tende ad allargarsi oppure febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi, è necessario rivolgersi al proprio medico curante per evitare conseguenze negative.
Una terapia antibiotica iniziata per tempo risolve quasi sempre ogni problema.

Hyalomma marginatum